Presentazione a mostra personale

Quando sono andato a vedere le opere di Giovanni Crescimanni in mostra a Roma, sono rimasto colpito dalla somiglianza con il segno dell’artista americano Mark Tobey. Entrambi infatti sono ed erano profondi cultori dell’arte orientale. Il tratto che li accomuna è la mano che ubbidisce ad un impulso motorio che viene dal profondo. Nei lavori di Crescimanni c’è il tentativo di fermare il segno per bloccare il flusso continuo dell’esistenza, forse anche con qualcosa di alchemico in quello che dipinge.
I temi principali che Giovanni Crescimanni affronta sono essenzialmente quattro: Le Mutazioni, i Paesaggi, i Fondi Marini e i Capricci. Questi quattro percorsi nascono da un discorso interiore e questo si può vedere nelle forti vibrazioni cromatiche e nelle rapide pennellate animate da colori vivaci che animano i suoi quadri. La somiglianza con l’artista americano si evidenzia non solo nel segno ma in quegli effetti ottici noti a loro volta come Pointillisme (Seurat), o Divisionismo (Segantini). Il primo -le mutazioni- è la ricerca basata sulla filosofia cinese, attraverso cui Crescimanni scopre una matura espressione pittorica, sorta di ricerca del gusto e della perfezione. Questi lavori sembrano avere una carica elettrica, forse dovuta all’incontro con la cultura orientale tradizionale, acquisita attraverso la lettura dei testi sacri, poiché l’artista ricerca anche a livello interiore i suoi parametri culturali.
Nel secondo tema -i paesaggi- si possono trovare la suggestione naturalistica, soprattutto relativa alla Toscana dove Crescimanni trascorre buona parte del suo tempo a dipingere, e i ricorrenti i cipressi stilizzati che delineano l’orizzonte. Il paesaggio astratto affiora anche negli appunti di viaggio, memorie di paesi da lui visitati, come i canyons americani, il Marocco e alcune città europee.
Il terzo tema, da cui trae spunto la mostra di San Gemini, concerne i fondi marini che possono essere considerati quasi l’approfondimento del tema precedente. Colore predominante il blu, con la sua pastosità da foresta tropicale, guizzi veloci di vita marina. L’artista ha approfondito questo tema dopo un viaggio nel Mar Rosso, forse ricollegandosi alle mutazioni in cui le vibrazioni cromatiche diventano bagliori improvvisi.
L’ultimo tema- i capricci- affronta matrici complesse di radice culturale. Crescimanni sceglie la centralità di Venezia, città che può essere considerata la sua patria elettiva, che ha dato i natali ai maggiori vedutisti del XVIII secolo.
Ma ciò che prevale in Giovanni Crescimanni, e che forse riassume la sua intera produzione, può definirsi Pittura del Sentimento.

Franklin Watts, “Presentazione a mostra personale”, San Gemini Giugno 2004.